SINDROME DI GERUSALEMME

di Francesca Minchiotti

 

Lemme lemme, sale e ti prende la sindrome di Gerusalemme.

Mi avevano avvisata, quando l’ho visitata.

Lì è tutto così bello che qualcuno si beve il cervello.

Magica è l’atmosfera della città intera,

potente suggestione, che trasuda dalla tradizione

moschee, sinagoghe, labirinti sotto terra
echi di crociati e di misteri dimenticati.

 

In tutto questo pentolone

ribolle anche il coccolone,

e a qualcuno prende lo svarione

che non sei più tu, ma ti credi Gesù

 

Il nonno Fiorello dell’RSA di Sassello

si era rotto le cosiddette

di una vita solo di ricette

zuppe col dado schifoso

e litigarsi il telecomando nelle ore di riposo.

Voglio scappare via dall’ennesima colonscopia!

gridò un giorno e non fece più ritorno.

 

Disse esco un attimino,
qui dal tabacchino,

per comprarmi un pacchettino,

e la colla per la dentiera,

ma invece prese la corriera

 

E pensò dall’aeroporto di Malpensa

la mia vita sarà più intensa

ciao ciao business degli anziani

andrò a godermi i melograni.

 

 

 

Ma nella terrà del Messia

quella sindrome se lo portò via,

l’ottuagenario si è trasformato

e nel Cristo si sente reincarnato.

 

Una psicosi molto strana,

ti fa perdere la tramontana,

ma guarire non è un garbuglio

un po’di ospedale e qualche intruglio

 

Una solo eccezione

sconsiglia la guarigione

Se il soggetto disturbato
un miracolo ha imbroccato

quello di Cana alle nozze

quando Gesù salvò gli ospiti alle cozze

 

Se l’acqua ti diventa vino

cambierà per sempre il tuo destino,

nessuno cercherà di salvarti,

ma ti convincerà a specializzarti

 

E un dubbio sul finale

mi comincia ad attanagliare…
Dov’è finito Fiorello?

Ne sa qualcosa la Tavernello?

 

 

 

Privacy Policy Cookie Policy